La Fulvia Berlina

La Fulvia Berlina fu progettata per sostituire l'Appia, che era giunta al termine del ciclo produttivo con la terza serie, ed era stata concepita come una vettura elegante di piccola cilindrata.

La Lancia introdusse il concetto di monoscocca in Italia con la Lambda, l'ing. Fessia combinò la monoscocca con la trazione anteriore sulla Flavia, vettura da cui la Fulvia deriva.

Il motore, disegnato da Ettore Zaccone Mina, adottò nuovamente l'architettura a V stretto, dopo l'esperienza a cilindri orizzontali delle Flavia, si tratta di un compromesso che l'Ing. Fessia dovette accettare su pressione della componente storica della Direzione Tecnica.

La linea è abbastanza classica e la forma semplice e non particolarmente innovativa. La caratteristica principale è la calandra trapezoidale inserita tra due coppie di fanali. L'allestimento interno è orientato verso uno stile ricco ma, sobrio. Sebbene la piccola Lancia fosse costosa ottenne un soddisfacente successo di vendita.

L'evoluzione fu orientata all'ottenimento di maggior potenza per consentire prestazioni più adeguate ai tempi, essendo quelle di base penalizzate dell'elevato peso della vettura.

Il modello 2C introdusse l'alimentazione singola con due carburatori a doppio corpo e, passando attraverso il motore 1216 della GT, il modello GTE raggiunse la cilindrata di 1.3 litri, montando lo stesso motore della Fulvia Coupé Rallye 1.3.

La carreggiata anteriore è di 1.300 mm, quella posteriore è di 1.280 mm, il passo è di 2.480 mm nelle berline prima serie, allungato a 2.500 mm nelle vetture di seconda serie.

La seconda serie adottò un cambio a 5 marce derivato dall'esperienza agonistica della Rallye 1,6 HF; la disposizione delle marce è abbastanza curiosa per una berlina perché prevede uno schema a doppia H con la prima in basso a sinistra, tipico della auto da corsa.

La Prima Serie (1963-1969)

La Seconda Serie (1969-1972)